orari Da Lunedì a Venerdì 8.00-20.00, Sabato 9.00- 17.00
Chiamaci: +39 328 020 4167
e-mail: info@associazionetrame.com

EDUCASCOLTO!

EDUCASCOLTO!

INTRODUZIONE

Perché scrivere un articolo per gli educatori scolastici?
Perché spiegare cosa fa un educatore scolastico o un’assistente educatore è ancora oggi molto difficile. Ed è quindi difficile sentirsi riconosciuti come professionisti.

IL RUOLO

Il ruolo dell’educatore a scuola è davvero multiforme. L’educatore lavora in rapporto 1:1 con il proprio utente; è in grado di far emergere le potenzialità del gruppo classe; ha una funzione di mediatore culturale ma anche relazionale; crea collegamenti tra casa-scuola-servizi; definisce, attua e monitora progetti ad hoc; progetta, realizza e sistematizza strumenti e strategie di intervento; è attento alla sfera cognitiva, emotiva, comportamentale e relazionale. Fa tutte queste cose e molto altro. Lavorando prevalentemente a scuola e con alunni con BES (DSA, disabilità, svantaggio socio-culturale) entra in contatto con una infinità di tematiche (multiculturalismo, bullismo e cyberbullismo, autolesionismo, sessualità, digitale, natura, corporeità, nuovi linguaggi, nuove patologie, ecc.) che richiedono un costante aggiornamento ed un enorme lavoro di individualizzazione degli interventi.

A volte ci possono essere contesti personali e lavorativi decisamente favorevoli sia allo sviluppo di proposte educative innovative che al supporto di interessi formativi al passo coi tempi; altre volte invece ci si può scontrare con ambienti ricchi di pregiudizi che innalzano muri e seguono tradizioni che ostacolano l’adeguamento al cambiamento. In altri casi ancora è possibile avere difficoltà nel delineare i confini tra ciò che è il “lavoro” e ciò che è il “vissuto personale”, tanto da portarsi a casa il lavoro e non staccare mai. A seconda del peso e del dialogo tra diversi fattori di rischio e protettivi, è anche possibile vivere un enorme stress lavorativo che può sfociare nel burnout.

LA CONNESSIONE, L’ASCOLTO E LA NARRAZIONE

Essere e rimanere connessi con le conoscenze, gli strumenti e i propri bisogni personali e professionali può essere la chiave per superare in modo efficace questi vissuti difficili.

Il mondo educativo è molteplice e complesso. Gli educatori devono rispondere a molte richieste, spesso con tempistiche e strumenti poco adeguati.

Avere uno spazio in cui sentirsi ascoltati e poter narrare la propria storia può essere un inizio per affrontare alcune sfide che questo lavoro porta con sé. Ascoltare e narrare offre la possibilità di leggere la propria storia grazie anche a quelle degli altri, percepire il filo della continuità della propria esperienza e condividere le fatiche, il tutto per restituire compartecipazione e sostanzialmente per sentirsi meno soli e soddisfatti della propria professione.

CONCLUSIONE

Dedicare agli educatori scolastici uno spazio di ascolto e condivisione all’interno di un contesto protetto può quindi aiutare i professionisti dell’educazione a lavorare sulla frustrazione o su altri vissuti dovuti al non riconoscimento di alcune caratteristiche peculiari della professione che possono inficiare la vita personale oltre che quella lavorativa.

 

Dott.ssa Ilaria Mariotto psicologa – per tra.ME

Lascia un commento